Rigetto cittadinanza italiana per precedenti penali
La legge italiana prevede che la cittadinanza italiana possa essere concessa agli stranieri che soddisfino determinati requisiti, tra cui l’assenza di precedenti penali.
La presenza di precedenti penali, infatti, può costituire un motivo di rigetto della domanda di cittadinanza italiana.
In particolare, il Ministero dell’Interno può negare la cittadinanza a coloro che sono stati condannati per reati gravi o meno gravi, come i reati contro la persona, i reati contro lo Stato e i reati contro l’ordine pubblico.
Il Ministero dell’Interno, nel valutare il diniego della domanda di cittadinanza, valuterà la gravità del reato commesso, la recidiva, la condotta tenuta dall’individuo dopo il reato e la sua integrazione nel tessuto sociale italiano.
In alcuni casi, infatti, la condanna per un reato grave può essere solo un episodio isolato nella vita di un individuo che ha dimostrato di essere in grado di reinserirsi nella società e di rispettare le regole.
In questi casi, il rigetto della domanda di cittadinanza italiana può essere considerato una misura eccessiva e discriminatoria.
Chi ha precedenti penali può chiedere la cittadinanza italiana?
Dipende dal tipo di reato commesso. Infatti, se non hai ancora inviato la domanda di cittadinanza italiana, ti consigliamo di rivolgerti ad un avvocato al fine di procedere ad una riabilitazione penale.
L’art. 6 comma 3 L. n. 91/92 stabilisce che la riabilitazione fa cessare gli effetti preclusivi della condanna ai fini della concessione della domanda di cittadinanza italiana.
Hai precedenti penali e vuoi chiedere la riabilitazione?
Reati ostativi cittadinanza
Non esiste un elenco di reati ostativi che bloccano la cittadinanza italiana, è sempre meglio chiedere la riabilitazione o l’estinzione del reato prima di presentare domanda di cittadinanza.
In generale, possiamo dire è che l’art. 6 L. n. 91/92 ad indicare quali sono i reati che precludono l’acquisto della cittadinanza.
Più nello specifico, l’art. 6 stabilisce che: precludono l’acquisto della cittadinanza ai sensi dell’articolo 5: a) la condanna per uno dei delitti previsti nel libro secondo, titolo I, capi I, II e III, del codice penale; b) la condanna per un delitto non colposo per il quale la legge preveda una pena edittale non inferiore nel massimo a tre anni di reclusione; ovvero la condanna per un reato non politico ad una pena detentiva superiore ad un anno da parte di una autorità giudiziaria straniera, quando la sentenza sia stata riconosciuta in Italia; c) la sussistenza, nel caso specifico, di comprovati motivi inerenti alla sicurezza della Repubblica.
Alcuni dei fattori che possono essere considerati dall’amministrazione nel rigetto della cittadinanza:
- la natura del reato commesso;
- la gravità del reato;
- la pena inflitta;
- il contributo del richiedente cittadinanza all’integrazione nel tessuto sociale italiano.
Rigetto cittadinanza precedenti penali nucleo familiare
Purtroppo la cittadinanza italiana può essere rigettata anche in presenza di reati commessi dai propri familiari.
Il rigetto cittadinanza per reati commessi dai propri familiari è un tema controverso, che solleva diverse questioni di natura giuridica, sociale e morale.
Sicuramente il Ministero dell’Interno, nel rigettare la domanda, terrà conto del ruolo svolto dal familiare nella commissione del reato nonché l’effettivo inserimento sociale di tutto il nucleo familiare.
Tuttavia la giurisprudenza è ormai concorde nel ritenere che se il richiedente cittadinanza è un soggetto incensurato, che non è mai stato destinatario di segnalazione di reati ed è integrato socialmente, ha diritto alla cittadinanza anche il presenza di reati commessi dai familiari.
“L’amministrazione è tenuta all’esame scrupoloso delle condizioni personali, economiche e familiari, della condotta e stile di vita dell’interessato, che devono risultare rispettosi delle regole di convivenza civile del nostro ordinamento, a tutela dell’interesse pubblico al corretto e stabile inserimento dello straniero nel tessuto sociale italiano, che non arrechi danno allo stesso. Pertanto, l’Amministrazione non solo deve tenere conto dei fatti penalmente rilevanti esplicitamente indicati dal legislatore (cfr. art. 6 l. 91/92), ma deve valutare anche l’area della loro prevenzione e, più in generale, della prevenzione di qualsivoglia situazione di astratta pericolosità sociale” (cfr. Consiglio di Stato sez. III, 14/05/2019, n. 3121; Consiglio di Stato sez. III, 21/10/2019 nr. 7122/2019).
Hai ricevuto un rigetto alla tua domanda di cittadinanza?
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Rigetto domanda cittadinanza riproposizione
In caso di rigetto della domanda di cittadinanza è necessario fare ricorso con un avvocato.
Puoi ripresentare domanda di cittadinanza ripartendo da capo e “sistemando” i motivi per cui la tua domanda è stata rigettata.
Domande frequenti sul rigetto cittadinanza italiana
Quali sono i reati che bloccano la cittadinanza italiana?
Non c’è un elenco di reati. La Pubblica Amministrazione deciderà se rigettare o meno la domanda di cittadinanza in presenza di reati commessi alla luce dell’art. 6 L. n. 91/92.
Come si fa a sapere se una persona ha precedenti penali?
È necessario ottenere il certificato penale del Casellario Giudiziale che si può chiedere in qualsiasi Procura d’Italia.
Per sapere invece se una persona ha procedimenti penali in corso, è necessario chiedere il Certificato dei Carichi Pendenti presso la Procura della propria provincia di residenza.
Come fare ricorso per la cittadinanza italiana?
È necessario rivolgersi ad un avvocato che possa fare ricorso al T.A.R. contro il rigetto della tua richiesta di cittadinanza italiana.
Senza un avvocato non si può fare ricorso.
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